martedì 15 marzo 2011

Una generazione di giovani coraggiosi (3) - gli italiani

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Torniamo alle Olimpiadi di Monaco 1972 dove il 20enne Pietro MENNEA portò a casa un insperato bronzo nei 200m, iniziando un'inimitabile carriera, mentre il 28enne Franco ARESE non riuscì a convertire in medaglia olimpica il fantastico oro dei Campionati Europei di Helsinki dell'anno precedente.


In quegli anni si stava seminando molto per il futuro. Alcune tracce si trovano anche nell'ultimo numero della rivista federale Atletica 01_2011 dove è riassunta in breve la gloriosa storia di Luciano GIGLIOTTI (pagg. 48-51) che fonda le sue radici proprio in quegli anni.

Un atleta che emerse a risultati di valore mondiale in quel settembre del 1972 fu il 29enne Gianni DEL BUONO, che non trovò gli spazi giusti nei 1'500m alle Olimpiadi, ma al ritorno riscrisse in 11 giorni parte dei record italiani (13/9 Roma 5'000m 13'22"4; 17/9 Rieti 3'000m 7'49"4; 24/9 Reggio Emilia 2'000m 5'00"0), rompendo l'egemonia di Franco ARESE che per qualche mese li monopolizzò dagli 800m (1'47"1) ai 10'000m (28'27"0), poco prima che i record nazionali entrassero in una dimensione mondiale, segnati da atleti più specializzati rispetto a un miler con una grande escursione competitiva che in quegli anni toccò anche la maratona.

Gianni e Franco si riservarono il tempo per maturare il loro talento e contribuirono a trascinare i giovani nati nel decennio successivo. Alle Olimpiadi di Monaco 1972 esordì un 20enne Franco FAVA nei 3000st, dopo aver migliorato il record italiano a Oslo nel mese precedente, e si arenò in semifinale. Crebbe molto negli anni successivi e mancò di poco la medaglia ai Campionati Europei di Roma 1974, dove migliorò per l'ultima volta il record italiano fino a 8'18"85, battuto dai migliori specialisti dell'epoca. Grande volata fra il polacco Bronislaw MALINOWSKY e lo svedese Anders GARDERUD che vinceranno rispettivamente le Olimpiadi di Mosca 1980 e di Montreal 1976.


Nei 3 anni successivi Franco FAVA migliorò i record nazionali dai 3'000m fino all'ora in pista (7'42"65 nei 3'000m; 13'21"98 nei 5'000; 27'42"65 nei 10'000; 20,416km nell’ora su pista). Per i palati fini ci sono anche 10 partecipazioni ai mondiali di corsa campestre giungendo 9 volte fra i primi 10. Rimane sua la miglior posizione di sempre di un italiano (4° nel 1977 a Düsseldorf). Qui si trovano un'intervista in merito alla famosa tachicardia, un affettuoso e puntuale ritratto, un intenso scambio di battute.

Degno passaggio del testimone a Venanzio ORTIS, 3 anni più giovane di Franco, che nell'estate del 1978 a 23 anni sottrasse a Franco FAVA i record di 5 e 10'000m (13'20"8 e 27'31"48) e soprattutto vinse due entusiasmanti medaglie ai Campionati Europei di Praga. Nei 10'000m si corse su ritmi da record del mondo e, riguardando la gara, Venanzio sembra quasi accontentarsi della sua prova superlativa verso l'argento. VAINIO non era più forte di lui, solo più consapevole.



La controprova ci fu subito nei 5'000m quando Venanzio ci credette davvero, trovò il varco e il guizzo vincente, mettendo tutti in riga. Tre attori di questa volata resistettero ai massimi livelli fino alle Olimpiadi di Los Angeles 1984 dove si unirono in un insolito destino: lo svizzero Markus RYFFEL fu l'ultimo a staccarsi dall'imponente Said AOUITA sui 5'000m, il finlandese Martti VAINIO tentò in tutti i modi di staccare Alberto COVA sui 10'000m (l'argento gli fu tolto dalla successiva squalifica per doping), l'irlandese John TREACY fu l'ultimo a staccarsi dall'inarrestabile Carlos LOPES nella maratona.


Motori eccezionali in semplici ragazzi italiani, come ce ne sono molti in giro anche ai nostri giorni, che si dedicarono con grande passione e coraggio a coltivare il proprio talento.

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