sabato 29 aprile 2017

40 libri in 40 settimane (Bohr)

Confermo che la fisica quantistica mi è dura, anche tornando alle origini della rivoluzione, ben prima di Higgs ...


Quando si ha a che fare con gli atomi, il linguaggio può essere usato solo come nella poesia: anche il poeta non è preoccupato di descrivere fatti quanto lo è di creare immagini e stabilire connessioni mentali.

Se qualcuno spera di capire la poesia perché legge le parole, bisogna armarsi di tanta matematica da Newton in poi per capire un po' di fisica, anche dove è ritraducibile in sole parole.

Quello che fece anche Bohr per farsi capire dal grande pubblico, più filosofo che poeta, per farsi capire dai politici quando provò a delineare il dramma atomico dopo aver arginato il terrore nazista.

Vita densa di famiglia, bravo a farsi inventare una cattedra di fisica teorica nella sua Copenhagen e ispiratore per molti allievi che contribuirono al valore della scuola danese e di quella tedesca.

Famosi nella storia gli esperimenti mentali con Einstein - gli sviluppi successivi pendono a favore di Niels - duelli all'ultima provocazione teorica per rinsaldare i pilastri da scoprire.

D'altra parte Bohr visse fino all'ultimo il sogno di un mondo pacifico in libera cooperazione scientifica, guardato con sospetto per l'ingenuità che lo faceva dialogare con tutti senza barriere.

Forse perché aveva trasformato in complementarietà l'apparente dualismo di tante teorie (fotoni ed elettroni, onde o particelle?) che poi funzionavano in pratica.



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